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La storia di Pallino

Pallino è entrato nella mia vita il 30 maggio 1997, giorno in cui sono andata a prenderlo in un negozio di animali. Pallino è la cosa più bella che mi sia capitata finora nella vita, lo affermo senza retorica ma con il cuore colmo d’amore per questo esserino grigio che ha riempito di gioia i miei giorni.
E' sempre stato un coniglietto sano e allegro, pieno di gioia di vivere, buono, socievole e per questo amato da tutti. Nel 2001 è partito insieme a me e a Nanà (la sua compagna) per la Svizzera, dove attualmente viviamo.
Iniziano i problemi

Una mattina come tante mi alzo all'alba per andare a lavorare e con orrore scopro il mio adorato coniglietto che si contorce e si rotola sul pavimento con la testa piegata di lato e un forte nistagmo (movimento dell'occhio). Era il 7 ottobre 2003.
In preda
all’angoscia corro dal veterinario che diagnostica un attacco cerebrale non ben
identificato e mi prescrive un antibiotico. Pallino però non migliora, la testa
continua a inclinarsi e i rotolamenti si fanno più intensi.
Con mio marito
decidiamo allora di portarlo dalla dottoressa Avanzi che conferma l'encefalite
e ci prescrive una cura a base di panacur + Baytril per 10 giorni. Sembrerà assurdo
ma in Pallino non si produce nessun miglioramento, nonostante in numerosi articoli
sull'encefalite si legga che dopo un iniziale miglioramento le condizioni permangono
stabili e che per una guarigione completa si debba intraprendere un lungo
periodo di cure.
Ritorno dalla veterinaria svizzera che mi prescrive Chloropal (antibiotico) e Prednisolone (cortisone): nessun miglioramento, anzi la situazione peggiora. I rotolamenti si fanno sempre più intensi e diventano convulsioni: Pallino guizza come un pesce fuor d’acqua provocandosi lesioni agli occhi e alla bocca. Predispongo quindi una grande cesta imbottita in cui lo lascio durante il giorno quando sono al lavoro. Le lesioni alla bocca le curo con una soluzione buccale disinfettante (3 volte al giorno), mentre per gli occhi uso impacchi di camomilla.
Un coniglio encefalitico puo' continuare ad avere una vita felice e decorosa, se viene curato e vengono adottate opportune precauzioni. Non deve essere lasciato a se stesso e non deve essere tenuto isolato, anzi la compagnia di un altro coniglio puo' migliorare le sue condizioni psicologiche ed essere d'aiuto nella lotta contro la malattia.
Come cambia la vita di Pallino
Pallino va pulito e spazzolato più volte al giorno: non riesce più a mangiare i cecotrofi e ci si rotola dentro. I cecotrofi impiastricciano la morbida pelliccia grigia e spesso devo tagliarne dei ciuffi per poterlo pulire.

Per permettergli di utilizzare una lettiera ed avere accesso al fieno predispongo una cassetta come quelle che si usano per i gatti: sul lato lungo ho tagliato la plastica ricavando un'apertura per permettere a Pallino di entrare nella cassetta senza dover saltare; sul fondo ho messo un tappetino da doccia anti scivolo ricoperto di trucioli, paglia e fieno (con la testa piegata, il coniglietto ha meno equilibrio e sulla plastica liscia, anche se ricoperta di trucioli e paglia, scivola e rotola). In questo modo Pallino non scivola e può utilizzare la lettiera e mangiare il fieno.
Tutto lo spazio utilizzato da Pallino (un lungo corridoio) è stato imbottito con cuscini e serpenti paraspifferi per evitare che si ferisca quando rotola.
Ho anche rialzato leggermente il beverino con l'acqua, in modo che per bere non debba abbassare troppo la testa, dato che questo movimento gli provoca dei rotolamenti.
Le cure proseguono
Ritorno dalla veterinaria che, data l'assenza di miglioramenti e il peggioramento delle condizioni di Pallino (che nonostante tutto continua dimostrare la sua volontà di vivere non smettendo mai di mangiare) mi prospetta la necessità di un'eutanasia.

Il cuore e l'atteggiamento di Pallino mi dicono che lui vuole vivere e che il momento di separarmi da lui non è ancora arrivato. La veterinaria mi propone di fare un ultimo tentativo con il Nizoral (un antimicotico). Le è stato detto che tali sintomi possono in alcuni casi essere provocati da un fungo che attacca il cervello. Ora sappiamo che l'organismo che provoca l'encefalite non ha ancora una classificazione precisa e che da alcuni è considerato come un fungo, ecco quindi che un antimicotico può essere utile in questi casi.
Con il Nizoral andiamo avanti più di un mese e Pallino migliora! Smette di avere le convulsioni anche se i rotolamenti permangono. A questo punto facciamo una radiografia alla testa che non evidenzia niente di particolare e analisi del sangue che confermano invece l'encefalite. Rifacciamo allora un ciclo con il panacur. La situazione rimane stabile: nessun miglioramento ma nemmeno nessun peggioramento.
Finalmente una svolta

A gennaio del 2004 provo a somministrare la clorochina, su consiglio di un'amica il cui coniglio encefalitico era stato curato con successo proprio con questo farmaco. Pallino guarisce definitivamente anche se i rotolamenti persistono per poi scomparire del tutto alla fine della terapia. La testa rimane fortemente inclinata, ma una volta cessati i rotolamenti, il coniglietto riacquista quasi completamente tutte le sue funzioni e i movimenti (tranne il salto).
A luglio 2004, intravedo la possibilità di un miracolo: per qualche giorno la testa di Pallino ritorna quasi del tutto dritta. L'illusione non dura però che qualche giorno. Il mio coniglietto è ritornato storto, ma è sempre bellissimo! Anzi, di più!

Aprile 2005. Visita dal dottor Granata e analisi del sangue. Nonostante Pallino stia bene, risulta essere positivo all'encefalite: 1:640, un valore piuttosto alto. Si comincia la cura con l'albendazolo e il cortisone. Il coniglio dopo 3-4 somministrazioni comincia a stare male: arrossamento dell'occhio, rotolamenti, apatia e il corpo piegato in due (la testa verso il posteriore). Sospensione immediata dell'albendazolo e terapia con la clorochina (4 settimane invece di 3).
La situazione attuale

Dopo la prima dose di clorochina Pallino è migliorato, ma purtroppo i rotolamenti sono abbastanza intensi. Continuiamo a somministrare dunque lo Stemetil che calma un po’ le vertigini e quindi anche i rotolamenti.
Purtroppo l'encefalite è una brutta malattia non solo per il coniglio ma anche per il proprietario. Vedere il proprio tesoro in preda alle convulsioni o con la testa piegata non è per niente piacevole. Ma se il coniglio vuole vivere, io credo che sia necessario essere forti e lottare insieme a lui per sconfiggere la malattia. Nonostante abbiamo passato momenti terribili, non ci siamo mai persi d'animo e abbiamo cercato di essere vicini a Pallino e di comunicargli sensazioni positive e amore.
Nota
a cura del Dott. Roberto Granata
L'encefalitozoonosi è una patologia purtroppo molto diffusa nei conigli. A chi volesse approfondire l'argomento consiglio di leggere l'articolo del Dott. Massimo D'Acierno.
La storia di Pallino è emblematica della complessità di questa malattia e di come le terapie di prima scelta non sempre risultino essere le più efficaci. Le diverse terapie alle quali è stato sottoposto Pallino sono sempre state coordinate da medici veterinari e non improvvisate dal proprietario o prese acriticamente da articoli in rete.
Se sfortunatamente il vostro coniglio fosse affetto da
encefalitozoonosi vi consiglio quindi di rivolgervi al vostro
veterinario di fiducia e di intraprendere con lui un percorso
terapeutico in funzione di quanto più aggiornato vi sia
sull'argomento. Non intraprendete una terapia solamente sulla base di
quanto è successo a Pallino perchè ogni coniglio è diverso dall'altro
e risponde diversamente alle cure.
In generale il veterinario sceglie il farmaco che si è dimostrato
statisticamente più efficace sulla base degli studi più recenti.
Solamente in seconda battuta, nel caso non si siano ottenuti risultati
soddisfacenti, si ripiega su un farmaco di seconda scelta, considerato
generalmente meno efficace o con maggiori effetti collaterali.
Vorrei infine sottolineare l'importanza del rapporto tra cliente/paziente e veterinario: in genere non è opportuno cambiare più volte il veterinario solo perchè la cura non ha sortito gli effetti sperati in tempi brevi. E' generalmente più fruttuoso intraprendere con il proprio veterinario di fiducia un percorso logico e scientifico che può portare alla modifica delle terapie in corso e a un eventuale consulto concordato con un altro collega.